Pokémon Unite Recensione: il MOBA gratis per Switch che non ti aspetti

0
38

Pokémon Unite è una felice intuizione; un MOBA divertente e che funziona molto bene. Sulla carta. Sotto la superficie, infatti, c’è qualcosa che stride.

Pokémon Unite Recensione: il MOBA gratis per Switch che non ti aspetti

Pokémon Unite, il MOBA che mancava? Più volte, in passato, abbiamo pensato: perché non fanno un MOBA con i Pokémon? In fondo, dopo aver visto i mostriciattoli di Satoshi Tajiri sotto molte, diverse vesti, noi abbiamo sempre visto un grande potenziale per un investimento nel genere più popolare degli ultimi anni. Sembra che qualcuno, alla fine, abbia avuto la felice intuizione e, formulando la giusta proposta, sia riuscito a declinare le meccaniche tipiche del genere all’interno dell’universo Pokémon.

Il risultato è questo Pokémon Unite, un titolo interessante e divertente che, sulle prime, riesce a ghermire il giocatore ammaliandolo con uno stile inconfondibile e meccaniche assuefacenti. Sotto la scintillante superficie tutta colori e lustrini, però, c’è anche qualcosa che non convince: ecco le nostre impressioni su Pokémon Unite, dopo tre giorni di intensi combattimenti per scalare la ladder competitiva. Esatto, da buon MOBA, anche Pokémon Unite potrebbe avere l’esport scritto nel destino, ma questo dipenderà dalla direzione che prenderà la community e soprattutto dall’eventuale successo del titolo. Ad ogni modo ci torneremo, visto che gli spunti interessanti per una discussione sul punto non mancano di certo.

Il MOBA, un genere intramontabile

Impossibile non accostare questo Pokémon Unite ai colossi del genere già in circolazione da oltre una decade: League of Legends e DOTA 2. Certo, di esponenti nel corso degli anni ne sono usciti a bizzeffe (basti ricordare SMITE, lo sfortunato Heroes of the Storm, la repentina dipartita di Paragon) ma, nell’immaginario collettivo, quando si parla di Multiplayer Online Battle Arena, LoL e DOTA sono i primi esempi a palesarsi subito alla mente. La nuova fatica di The Pokémon Company – sviluppata da Tencent e dal suo studio interno TiMi – non fa altro che estrapolare le meccaniche tipiche del genere, le rielabora e le declina secondo canoni stringenti, perfettamente rispondenti alla filosofia con cui lo studio propone i propri prodotti. Soprattutto, lo adatta alle esigenze della fetta d’utenza a cui Pokémon Unite si rivolge.

In questo caso non stiamo parlando solamente dei giocatori che utilizzano l’ibrida di casa Nintendo, ma anche quelli mobile, dato che Unite uscirà anche negli store digitali dei nostri smartphone in autunno. Un’esperienza ludica dunque pensata essenzialmente per essere fruita “on the go“; fulminea, adatta a sessioni brevi. Insomma, un ottimo passatempo per disinnescare i pericolosi tempi morti delle nostre giornate.

Vado Top, no Mid, forse Bot

Pokémon Unite, come dicevamo, si appropria delle meccaniche tipiche di un qualsiasi MOBA presente sul mercato e le fa proprie, per dare in pasto ai giocatori una ricetta inedita; un piatto che non stravolge la tradizione, anzi, la rispetta ma ne aggiunge qualche piccolo ingrediente. Un tocco di carattere e

personalità, per così dire, che permette di considerare questa scommessa qualcosa di “diverso dal solito”. Tralasciando il labile pretesto narrativo che ci introduce alle inedite battaglie tra Pokémon, il cuore pulsante rimangono gli scontri cinque contro cinque in arene chiuse, perfettamente simmetriche, suddivise nelle canoniche tre vie: Top, Mid (per la verità qui poco sfruttata e semplicemente assimilabile a una Jungle sui generis) e Bottom. Lungo questi percorsi non ci sono le classiche torri, bensì dei canestri in cui riversare le sfere di energia raccolte dai Pokémon selvatici (e dai nemici caduti) sparsi per lo scenario, che contribuiscono ad aumentare il punteggio della propria squadra.

SEE ALSO  The brilliant invention that turns any mobile phone into a laser meter

L’obiettivo è, semplicemente, quello di totalizzare più punti degli avversari allo scadere del tempo regolamentare. Più facile a dirsi che a farsi, dato che i giocatori dell’altro team opposto cercheranno di fare lo stesso. Per questo, nella squadra, divengono fondamentali i ruoli e il posizionamento di ogni componente, così da poter costruire una strategia equilibrata tra attacco, resource gathering e difesa. Chiaramente, non è facile avere controllo su questi elementi se non si ha un team con cui comunicare, quindi può capitare che la sfida – soprattutto nelle partite libere e nelle ranked di livello più basso – si trasformi in un caotico guazzabuglio di giocatori che corrono da una corsia all’altra senza una meta precisa.

A tal proposito, tre sono le modalità attualmente proposte: match standard, libero (una modalità classificata piuttosto stratificata che si sblocca a livello Allenatore 7) e una modalità rapida – definita Quick – dove a competere possono esser squadre composte da tre o quattro giocatori e su diverse mappe. Ogni partita – e qui si disvela il motivo per cui poco fa ponevamo l’accento sull’esperienza ludica “on the go che il prodotto propone – ha un timing ben preciso: 10 minuti per partite standard, 5 minuti per la Quick Mode. Tempistiche perfette per una sessione com Switch o con il cellulare fuori casa, oppure quando si ha poco tempo a disposizione. Lo dobbiamo ammettere: Tencent e TiMi hanno un expertise impareggiabile, quando si tratta di creare prodotti di questo tipo.

I veri protagonisti: i Pokémon ovviamente!

Non abbiamo ancora parlato dei veri protagonisti: le creature combattenti che scendono nell’arena. Questi sono suddivisi in cinque ruoli distinti: attaccanti, tuttofare, velocisti, difensori o support. Le loro mosse e abilità sono direttamente legate alla funzione che dovrebbero rivestire sul campo di battaglia, e ogni ruolo presenta un differente equilibrio in termini di statistiche:

attacco, resistenza, mobilità, supporto. Questi determinano in che modo dovrebbero essere giocati al meglio e soprattutto quale corsia eleggere come quella di propria competenza. Gli attaccanti, lo dice il nome, sono i Pokémon per certi versi più semplici da padroneggiare, visto che non devono far altro che portare danno agli avversari. I tuttofare, invece, sono i jolly: vanno bene in ogni situazione ma, da quanto abbiamo visto, serve un po’ di esperienza per capire il momento più opportuno per cambiare ruolo. I velocisti, invece, sono i campioni più rapidi, efficaci per segnare i punti e mordere i fianchi del nemico e dileguarsi con mosse fulminee. Tutto sommato le classi e i vari Pokémon appaiono abbastanza equilibrati anche se alcuni sono già più efficaci di altri (tipo Pikachu, o Zeraora, ecco la guida per sbloccare Zeraora gratis). Leggermente sbilanciati, per condensare tutto in un’unica definizione.

Che titolo dei Pokémon sarebbe senza mostriciattoli pronti ad evolversi? Ogni campione, salendo di livello – in questo senso la meccanica funziona come ogni altro MOBA, ovvero compiendo determinate azioni come uccidere avversari e creature selvatiche, segnare punti e così via – si evolve e sblocca una serie di abilità superiori e uniche, oltre a una Ultimate (qui chiamata mossa Unite) estremamente potente, che si ricarica con il tempo. Il tutto viene perfettamente adattato ai Joy-Con della piccola di casa Nintendo. La mappatura dei comandi, infatti, è asciutta e chiara: il pulsante A per l’attacco automatico, i dorsali di destra per le due abilità speciali e la croce direzionale per mandare messaggi istantanei al team.

Attualmente, i campioni disponibili sono venti (potrete fare vostro Zeraora semplicemente scaricando il gioco e collegandovi per la prima volta), anche se ovviamente non tutti sono sbloccati. Alcuni li potrete avere con gli eventi di benvenuto, mentre altri ruoteranno di settimana in settimana. Ma, per averli in collezione, bisogna “grindare” parecchio. Ed è proprio qui che la scintillante superficie di Pokémon Unite inizia a mostrare le prime crepe. Crepe che si insinuano in profondità, come vedremo tra breve.

SEE ALSO  WhatsApp shows how exchanging messages with other apps will work and no, it is not as we expected

Free to play…free to start…o pay to win?

Pokémon Unite si presenta al pubblico con l’attraente formula free to play con un battle pass ricco di oggetti estetici. Ciò significa che, sulla carta, il titolo dovrebbe seguire i dogmi del modello di business che negli ultimi anni è diventato quello predominante, nonché più remunerativo per l’industria videoludica. Ebbene, in questo caso il free to play rimane come un intento, perché dopo le iniziali ricompense – come al solito gonfiate ad hoc per invogliare gli utenti a giocare, instillando loro la certezza di una progressione rapida e veloce – la scalata frena bruscamente, raggiunta una certa soglia. Da qui inizia un lento e inesorabile grinding per guadagnare una trascurabile manciata di monete al giorno.

Come facilmente intuibile, tali monete possono essere spese per acquistare i Pokémon, anche se il loro prezzo ovviamente è molto, molto alto. Per questo, ovviamente, esiste anche un altro tipo di valuta: quella acquistabile con moneta reale. Pochi semplici passaggi, una mano al portafoglio e il Pokémon desiderato entra nella collezione. Certo, dinamiche simili si ritrovano in mille altri titoli, ma in Pokémon Unite sembrano evidentemente sbilanciate e bisognose di un’aggiustatina. Ecco perché più che free to play, lo possiamo considerare un mero “free to start“. Dato che il prodotto è sviluppato da Tencent e TiMi, comunque, non ci siamo stupiti più di tanto, perché tale modello viene riproposto pari pari in ogni loro titolo.

A metterci in allarme è stata, invece, una dinamica da pay to win che si insinua in modo inesorabile nell’esperienza di gioco. Per riassumere, funziona così: ogni Pokémon può essere equipaggiato con tre oggetti, che può portare con sé in battaglia. Questi pezzi di equipaggiamento forniscono determinati bonus come, ad esempio, una maggiore percentuale di rigenerazione della salute, una più alta potenza – o velocità – d’attacco, immunità in fase di segnatura e così via. Nulla di particolare, sulle prime. In effetti tutti i MOBA prevedono che i campioni possano, in partita, essere equipaggiati con oggetti potenti che ne modificano le caratteristiche.

In Pokémon Unite il caso è un po’ diverso, perché questi oggetti possono essere potenziati spendendo un’altra valuta: particolari monete chiamate “Item Enhancer”. Una terza moneta virtuale, dunque, che va a comporre un sistema economico sempre più complesso. In sostanza, è possibile aumentare il livello dell’oggetto investendo un determinato quantitativo di monete Item Enhancer; esborso che diverrà progressivamente più elevato man mano che il livello dell’oggetto si avvicinerà al “cap”, settato al decimo livello.

SEE ALSO  WhatsApp animated stickers are about to drop, and the best thing is that they will use a format similar to Telegram

Questa valuta può essere guadagnata, in modestissime quantità per i giocatori free, nel corso di qualche particolare evento o missione. Oppure, recuperata attraverso il battle pass, o ancora acquistata – spendendo tantissimo – con un’ulteriore quarta valuta (gli AEOS Tickets) nello store in game. Anche questi AEOS Tickets possono essere guadagnati molto lentamente (ecco come guadagnare rapidamente Aeos Coin in Pokemon Unite), al solito, soprattutto attraverso il battle pass premium.

Lo ripetiamo, il sistema economico messo in piedi da Tencent e TiMi risulta estremamente complesso e sembra – con tutte queste conversioni – esser studiato apposta per impedire agli utenti di avere un’idea chiara di ciò che si va a spendere o deve può esser più conveniente investire. Va da sé che, con questa economia eclettica, i giocatori paganti (vuoi perché hanno comprato il battle pass a 8.99 € , vuoi per l’investimento di un bel po’ di Euro per acquistare valuta virtuale da investire nell’acquisto di Pokémon o di oggetti o ancora di potenti boost con cui equipaggiarli) partono già con un grosso vantaggio rispetto a chi gioca senza sborsare un Euro.

I giocatori free, già dopo un paio di giorni, si troveranno infatti bloccati nel loro percorso di crescita e frustrati perché i loro mostriciattoli in battaglia non avranno la stessa efficacia dei Pokémon avversari, avvantaggiati da oggetti di livello superiore. I potenziamenti acquistabili nelle discutibili maniere appena descritte hanno dunque un impatto decisivo sui match, per cui il gameplay risulta pesantemente falsato. L’augurio è che questo farraginoso sistema di monetizzazione possa essere aggiustato il prima possibile.

Pokemon Unite
Pokemon UniteVersione Analizzata Nintendo SwitchPokémon Unite parte da un’ottima idea: appropriarsi delle principali caratteristiche del genere più popolare di sempre, per plasmarlo e dare vita a qualcosa di nuovo o, perlomeno, dotato di una certa autonoma dignità. In più, ovviamente, ci sono i Pokémon: ci chiediamo come mai questa idea non si fosse palesata prima, ma, evidentemente, ci è voluto l’intervento di Tencent e TiMi per spingere sull’acceleratore. Pokémon Unite è comunque una proposta intrigante e, sulle prime, assuefacente. Le meccaniche funzionano molto bene e il titolo è parecchio divertente. E, se volete saperla tutta, ha anche del potenziale per il framework esport. Ad ogni modo, sotto la fulgida e scintillante superficie che è stata in grado di accecarci per un breve momento, compaiono delle incrinature che ne macchiano irrimediabilmente la bellezza. Un sistema di progressione free to play ridotto all’osso, unito a un draconiano modello di monetizzazione complesso ed estremo, purtroppo ci ha riportato con i piedi per terra. Il titolo pende pericolosamente verso un pay to win nemmeno troppo velato, favorendo solamente coloro che sono disposti a metter mano al portafoglio: la speranza è che il sistema venga rivisto dalle fondamenta e riequilibrato il prima possibile, per dare equilibrio a un’offerta a oggi mostruosamente sbilanciata.