La simulazione motoristica di Milestone si presenta per la stagione 2022 con qualche interessante novità. Basterà per confermarsi sul gradino più alto?
Dopo 26 stagioni, la carriera di Valentino Rossi nel Motomondiale si è ufficialmente chiusa lo scorso novembre. Questa doveva essere la prima season del “post Valentino” anche in ambito videoludico, ma non avevamo fatto i conti con Milestone. Per la gioia dei fan del Dottore più amato delle due ruote, il team meneghino ha creato una modalità ad hoc ribattezzata “NINE Season 2009“, per rivivere la stagione della MotoGP di quell’annata, una delle più elettrizzanti degli ultimi decenni che ha visto trionfare proprio Valentino Rossi. MotoGP 22 offre non solo la possibilità di correre – ancora una volta – con il numero 46 sul cupolino ma anche un modello di guida rivisitato, un tutorial irrobustito, una carriera manageriale maggiormente rifinita e un comparto grafico impreziosito da nuove animazioni e da uno split screen vecchio stile.
Senza dimenticare un parco piloti sempre più ricco (le leggende hanno scollinato a quota 70), un editor migliorato per personalizzare lo stile del proprio alter-ego e, soprattutto, la brillante A.N.N.A, l’IA sviluppata da Milestone che sfrutta il machine learning per simulare i comportamenti dei piloti. Insomma, la stagione 2022 si annuncia come una delle più importanti per la casa meneghina: quella della definitiva consacrazione.
Un modello di guida più simulativo
Per spiegare le differenze tra il modello di guida implementato da MotoGP 22 e quello che abbiamo sperimentato lo scorso anno (per approfondire, ecco la recensione di MotoGP 21) ricorriamo a un paragone piuttosto attuale che sta
facendo discutere moltissimo gli appassionati e ammattire gli stessi addetti ai lavori: quello tra la nuova GP22 di Ducati e la vecchia GP21 realizzata sempre da Borgo Panigale. La Desmosedici più datata guidata dalla “Bestia” sta risultando più competitiva rispetto a quella ufficiale affidata a “Pecco” e “Thriller Miller”, indipendentemente dalle differenze telaistiche/aerodinamiche (spoiler, cupolino, carenatura, codone, airbox), dall’uso dell’abbassatore nella gestione dell’avantreno (che permette di abbassare il baricentro della moto in uscita di curva dando ai piloti la possibilità di aprire prima il gas) o dagli scarichi utilizzati. MotoGP 22 sembra essere un po’ come la nuova GP22 di Borgo Panigale: teoricamente è superiore alla vecchia GP21 (non dovrebbero esserci dubbi al riguardo) ma richiede del tempo per estrarre tutto il potenziale.
La simulazione di Milestone, infatti, ha introdotto una serie di novità che hanno rivoluzionato in parte il modo di guidare una MotoGP: dalle staccate fino alla percorrenza delle curve o all’utilizzo del freno motore, l’edizione del 2022 richiede un approccio diverso. Non raggiunge i livelli “punitivi” di RiMS Racing di RaceWard Studio (ecco la recensione di RiMS Racing) ma anche Milestone sembra aver strizzato l’occhio verso la simulazione dura e pura.
Sin dalla prima frenata dopo un rettilineo percorso a oltre 320 km/h è facile accorgersi che per tenere dentro il proprio bolide nella curva successiva non basta solo inchiodare: come nella realtà diventa fondamentale portare i freni in temperatura e riuscire a far lavorare al meglio le sospensioni che reagiscono in modo diverso (e più realistico) alle sollecitazioni delle piste. Bisogna imparare a usare il freno motore, a gestire il consumo degli pneumatici e anche il “Ride Height Device“, il famoso abbassatore (introdotto da Ducati ma messo al bando dagli altri costruttori a partire dalla prossima stagione) che può regalare qualche chilometro in più come velocità. Per questo motivo il lavoro della MotoGP Academy, insieme ai tutorial che sono stati migliorati, diventa prezioso per il giocatore che, attraverso una serie di sfide, può perfezionare il proprio stile.
Perché il modello fisico di MotoGP 22 punta a premiare il pilota virtuale capace di pinzare fino all’ultimissimo metro utile e di portare la moto fin dentro la curva. E, soprattutto, capace di ottimizzare al massimo il rendimento della gomma posteriore senza raggiungere angoli di piega impossibili (oltre i 70 gradi) che hanno sempre caratterizzato lo stile di guida di MM93. Tenere la corda della curva infatti si rivela molto più impegnativo rispetto alle edizioni precedenti, mentre la ricerca del “sacro grip” può fare la differenza non solo nel giro secco ma anche nel passo gara, dove variabili come il consumo degli pneumatici e del carburante continuano a rivestire un ruolo primario.
Cambi di direzione
Le traiettorie incidono poi molto di più che in passato: uscendo fuori dalla zona gommata è facile avvertire la mancanza di aderenza e i sorpassi in certi curvoni richiedono una buona sensibilità, oltre a un bel coraggio (la chiusura dell’anteriore è sempre dietro l’angolo). Anche i tagli sui cordoli o i passaggi a tutto gas sugli avvallamenti dell’asfalto si avvertono molto di più rispetto al capitolo precedente e, soprattutto, in piste come Portimão o Austin è facile subire i cambi continui di pendenza e direzione (il peso si avverte, eccome).
Come sempre si tratta di trovare il giusto equilibrio in frenata e nella gestione dell’elettronica, per evitare che la moto scodi in modo brutale in accelerazione. La possibilità di essere aiutati dalla Cpu può mitigare in parte la difficoltà nel padroneggiare il proprio bolide: il problema è che anche con gli aiuti attivati non è sempre possibile ottenere dei risultati apprezzabili. Inoltre, questi dispositivi non funzionano perfettamente in ogni circostanza: la frenata assistita, per esempio, tende a penalizzare in alcuni circuiti il giocatore in modo eccessivo, con rallentamenti poco realistici in certi tratti. Le cadute, in generale, continuano a non convincerci del tutto, anche se non mancano gli highside alla Marquez…
In sostanza, il modello fisico implementato in MotoGP 22 richiede molta dedizione, indipendentemente dagli assist della CPU (che in frenata non sembrano essere particolarmente efficaci) e dal livello di difficoltà selezionato. Arrivare al limite con la Yamaha M1 di Quartararo o la Suzuki GSX-RR 2022 di Rins è una bella sfida: scendendo di categoria, invece, Moto2 e Moto3 si rivelano più accessibili, soprattutto nella fase critica di frenata. Dopo due anni di grandi stravolgimenti e innovazioni Milestone questa volta non sembra essere riuscita a trovare il giusto bilanciamento per quanto riguarda il motore fisico della sua blasonata serie.
Una IA un po’ troppo aggressiva
L’implementazione del sistema di machine learning A.N.N.A. ha permesso a Milestone di ricreare dei comportamenti realistici per quanto riguarda i piloti virtuali. Meno trenini, sorpassi più credibili e ridotte carambole capaci di rovinare la gara al giocatore.
Nella versione 2022 l’IA non sembra lesinare in quanto ad aggressività soprattutto nelle staccate, che spesso si trasformano in sfide all’ultimo metro quadrato di pista utile. Attacchi e chiusure sono credibili nelle traiettorie e linee disegnate e le cadute non mancano mai: nel complesso è bello vedere battagliare tra loro i piloti guidati dalla CPU. Quello che continua a latitare ai Quartararo, Bagnaia, Mir e compagnia controllati dall’IA è un po’ di strategia: dal ritmo gara fino al risparmio delle gomme per attaccare nei giri finali, mancano quelle finezze che possono fare la differenza in una simulazione che punta sul realismo. Per quanto riguarda le penalità, l’applicazione del “long lap penalty” per i tagli di curva sembra convincere di più in questa seconda annata.
L’ultima cura del dottore
La grande novità di MotoGP 22 è senza dubbio la modalità NINE Season 2009 per rivivere l’ultimo titolo conquistato da Valenino Rossi. Milestone ha optato per qualcosa di completamente nuovo, mai sperimentato in precedenza negli altri capitoli della serie: una docufiction ispirata alla solita “Drive to Survive” di Netflix. La stagione 2009 viene raccontata dal regista Mark Neale attraverso 17 capitoli (suddivisi a loro volta in brevi episodi) per ripercorrere gli eventi più significativi di quell’annata.
La narrazione si alterna a sezioni di gioco in cui il giocatore si trova a dover completare determinati obiettivi per sbloccare i capitoli successivi: si va dal vincere una gara con Casey Stoner fino al piazzarsi sul podio con Valentino Rossi e così via.
È importante sottolineare che non si gioca a un semplice sequel di Valentino Rossi The Game (ve lo ricordate? Ecco la recensione di Valentino Rossi The Game): l’idea di Milestone è quella di farci apprezzare tutti i campioni e le moto che hanno caratterizzato quell’indimenticabile stagione. Il doppiaggio è in italiano e non è male: considerando il protagonista della docuserie, forse Guido Meda (il “Guidone nazionale”) sarebbe stata la scelta ideale per narrare le gesta del Dottore. Nel complesso, il mix di narrazione-gioco proposto da Milestone funziona bene e NINE Season 2009 piacerà non solo ai fan di Valentino ma anche ai suoi detrattori: sicuramente è la nota più lieta di MotoGP 22.
Carriera manageriale e altre modalità
La Carriera Manageriale fa nuovamente capolino offrendo al giocatore la possibilità di creare il proprio team dei sogni. È possibile partire da una squadra ufficiale oppure costruirne una nuova di zecca iniziando dai Junior Team in Moto 2 o in Moto 3. Non ci sono novità sostanziali rispetto all’edizione 2021: si tratta sempre di trovare gli sponsor giusti e uno staff all’altezza e, soprattutto, di gestire in modo intelligente le risorse tecniche e finanziarie per sviluppare una moto vincente
È possibile personalizzare il calendario decidendo quali GP disputare e non c’è molto altro da segnalare. Come sempre non mancano le cosiddette “Modalità Veloci” che permettono di disputare un Gran Premio, una Prova a tempo e un Campionato intero configurando qualsiasi parametro (moto, IA, giri, condizioni meteo, aiuti e molto altro). Finalmente, possiamo inoltre tornare a giocare in due sulla stessa console/PC tramite lo schermo condiviso, che funziona alla grande.
Per gli amanti delle mitiche 500cc a due tempi ci sono tutte le leggende di quel periodo (Rainey, Schwantz, Doohan, Lawson, Cadalora tanto per citare i più famosi); continuiamo però ad avere qualche dubbio per quanto riguarda il modello simulativo utilizzato per riprodurre le prestazioni e i comportamenti di quei “mostri”, che puntavano sulla potenza del motore e sulla valvola a farfalla per ottenere quel grip che non veniva garantito dal telaio e dalle gomme dell’epoca. Milestone ha aggiunto circa una settantina di leggende (comprese quelle della stagione 2009) e tutti i prototipi che hanno caratterizzato gli ultimi 30 anni del Motomondiale: i veri appassionati impazziranno e si divertiranno a gareggiare con piloti di epoche completamente diverse.
Oltre che con tutte le scuderie della MotoGP, Moto 2 e Moto 3 possiamo scendere in pista anche con quelle della MotoE e della Red Bull MotoGP Rookies Cup. Il comparto multiplayer sfrutta il cosiddetto cross-play verticale (i giocatori PS4 con quelli PS5) per garantire un’esperienza di gioco migliore: per verificare i perfezionamenti rispetto all’annata precedente dobbiamo però aspettare che i server vengano aperti a tutti.
Realizzazione tecnica
Per quanto riguarda il comparto audiovisivo, su PlayStation 5 (la versione da noi provata) continua a mancare l’effetto “wow”. Milestone ha lavorato per migliorare tutto quello che sta attorno al carrozzone del Motomondiale, cercando di utilizzare in modo sapiente l’Unreal Engine per avere finalmente dei volti più realistici. Il risultato è discreto, ma nulla di più. Il Quartararo virtuale, per esempio, assomiglia alla sua controparte reale anche se le espressioni del suo volto non ci convincono del tutto. Lo stesso può dirsi per il Tardozzi della situazione e per tutti gli addetti ai box. Le animazioni dei meccanici/ingegneri, invece, non sono ancora all’altezza.
Le moto sono stupende e le movenze dei piloti in pista sono ottime, mentre non mancano dei problemini di pop-up in certi circuiti. L’opera di abbellimento orchestrata da Milestone si conclude con un editor ancor più esaustivo per quanto riguarda la personalizzazione del pilota e di tutti i suoi accessori (moto compresa). Sul fronte sonoro c’è poco da eccepire: il sound dei motori delle MotoGP è stupendo mentre il commento tecnico è limitato al solito “pre e post gara” di Guido Meda: a quando una bella telecronaca di tutta la gara con Sankio, Trito e Paso?
MotoGP 22Versione Analizzata PlayStation 5È difficile avere qualcosa da eccepire sull’offerta contenutistica di MotoGP 22: c’è tutto quello che l’appassionato delle due ruote possa desiderare. L’aggiunta della modalità NINE Season 2009 è ottima e sarà apprezzatissima dai fan del Dottore, mentre il ritorno dello split screen farà felice molti giocatori old school. Se in MotoGP 21 il team meneghino aveva percorso la strada dell’accessibilità, nell’edizione 2022 sembra aver puntato maggiormente sulla simulazione, con un assetto ludico decisamente solido, eppure non privo di alcune incertezze sia sul piano del gameplay che sul fronte visivo.