Hogwarts Legacy recensione in corso: è il gioco su Harry Potter definitivo?

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Hogwarts Legacy recensione in corso: è il gioco su Harry Potter definitivo?
hogwarts legacy recensione in corso: è il gioco su harry

Abbiamo iniziato il nostro viaggio nella Hogwarts di Hogwarts Legacy: non siamo pronti ad esprimere un verdetto finale, ma possiamo dirvi tante cose.

Hogwarts Legacy
Recensione: PlayStation 5

La nostra lettera di ammissione è finalmente arrivata. La divisa c’è, la bacchetta pure. Abbiamo iniziato la nostra avventura in Hogwarts Legacy, ma per diventare un mago o una strega di alto livello servono studio, costanza e determinazione. Ecco perché, nelle prossime righe, non leggerete un verdetto definitivo sul nuovo gioco ambientato nel Wizarding World. Il viaggio è ben lungi dal potersi dire concluso, ma avendo trascorso decine di ore tra i corridoi e le foreste di Hogwarts possiamo darvi un giudizio parziale sull’RPG open world a tema Harry Potter. Non è proprio il caso di perdersi in chiacchiere: potete proseguire nella lettura, ma solo se giurate solennemente di non avere buone intenzioni!

Il mondo di Harry Potter secondo Avalanche

A guidare il processo creativo degli sviluppatori di Hogwarts Legacy, in questi anni, c’era chiaramente un unico grande mantra: urlare a gran voce amore e fedeltà nei confronti del franchise d’origine. È chiaro sin dall’editor di creazione del personaggio, che impone di definire alcuni parametri tipicamente “potteriani”: nome e cognome, dormitorio di appartenenza e segni distintivi quali lentiggini, cicatrici, ustioni e via dicendo.

All’avvio della partita è possibile collegare il profilo di gioco con il proprio account del sito ufficiale Wizarding World, così da importare all’interno della storia la Casa di appartenenza e le caratteristiche della bacchetta ottenuti sull’ex Pottermore. In caso contrario è possibile scegliere la propria Casa (che verrà annunciata dal Cappello Parlante) e personalizzare materiali, nucleo e natura del proprio armamento presso la bottega di Olivander a Hogsmeade. Non è però dalla Sala Grande che comincia l’avventura del protagonista: il racconto parte dai vicoli di Londra, la sera del 1 settembre, quando ci mettiamo in viaggio per raggiungere Hogwarts in tempo per la cerimonia di Smistamento. Il nostro alter ego ha ricevuto dalla vicepreside Matilda Weasley tutto il materiale di base per iniziare l’anno scolastico: libri e strumenti essenziali e una bacchetta di seconda mano. In quanto “novellini”, seppur del quinto anno, è però necessario mettersi in pari con gli altri studenti. Quindi veniamo posti sotto l’ala protettrice del professor Fig, un anziano e sapiente mago interessato a studiare gli insoliti talenti del protagonista, che possiede la capacità di percepire le tracce di una magia antica, detentrice di saperi finiti nel mirino di svariati stregoni oscuri.

In linea generale è impossibile non apprezzare il lavoro che Avalanche ha svolto sulla mitologia di riferimento, espandendola e approfondendo alcuni spunti sul passato del Wizarding World che l’opera originaria aveva solo vagamente accennato, tra cui la già citata Rivoluzione dei Goblin.

Quale che sia la Casa di appartenenza, comunque, la struttura del racconto non cambia. Possono variare le comparse di alcuni comprimari ricorrenti, ma non il loro ruolo ai fini della trama: supportare, e talvolta guidare, il nostro alter ego nella scoperta delle meraviglie del mondo magico. È qui opportuno spendere qualche parola sui bivi “etici” di questo viaggio: in realtà, in Hogwarts Legacy non vi è un vero e proprio sistema morale, ma il modo in cui scegliamo di rivolgerci ai nostri interlocutori può farci assumere i panni tanto di un individuo gentile e accomodante quanto di un antipatico So-Tutto-Io. Tali linee di dialogo, comunque, per adesso non risultano mai davvero incisive nella demarcazione di una personalità ben definita.

In ogni caso, il team ha cercato di mantenere una certa fedeltà all’opera originale anche nei toni della sceneggiatura: esattamente come il piccolo maghetto occhialuto, che amava intervallare le lezioni con scorribande più o meno clandestine tra i segreti del castello, così la storia di Hogwarts Legacy impone di destreggiarsi tra attività scolastiche, indagini sulla Magia Antica e incarichi per conto di alleati e insegnanti.

E se le lezioni di default, cruciali quanto meno per apprendere le basi, si alternano in continuazione tra le missioni principali durante tutto l’anno scolastico, il nostro intrepido protagonista non può certo starsene rintanato nella Sala Comune a rigirarsi i pollici e trangugiare Cioccorane. Per permettergli di mettersi in pari con il resto della scolaresca, la vicepreside Weasley – su concessione dell’austero preside Black – ha fornito al nuovo arrivato la Guida Pratica di Hogwarts, un libro che serve a tener traccia di tutto ciò che conta durante l’avventura, tra l’equipaggiamento, le sfide, i talenti e molto altro. Avendo cominciato in ritardo il suo percorso formativo, lo studente non può affidarsi alle normali attività in aula per stare al passo. L’intero corpo docenti quindi si mette a disposizione del giovane per istruirlo al meglio, assegnandogli incarichi finalizzati all’apprendimento di nuovi incantesimi. Questi compiti richiedono il più delle volte di mettere in pratica le nozioni imparate tra i banchi, e di tornare dal professore solo una volta completati per passare all’insegnamento successivo. Un’altra piccola “chicca”, che testimonia l’attenzione di Avalanche nei confronti della “lore” di riferimento, è che il sistema di messaggistica attraverso cui i comprimari ci comunicano di essere disponibili per una nuova missione è la Posta Via Gufo, disponibile nella Guida Pratica attraverso una sezione dedicata.

Ma la storia di Hogwarts Legacy non vive soltanto di lezioni: i consigli di Fig, ad esempio, guidano il nostro durante le indagini sulla Magia Antica, e non solo. Il mondo magico di Avalanche, sin dall’inizio, fornisce tanti personaggi con cui fare amicizia. Che si tratti di componenti della Casa di appartenenza o di negozianti e semplici cittadini che popolano i sobborghi di Hogwarts, l’open world targato Portkey Games è un coacervo di storie differenti. C’è da ammettere, tuttavia, che le tante quest di cui si compone l’avventura non sembrano brillare particolarmente in termini di varietà.

È inoltre opportuno sottolineare che, nei contenuti, il gioco di Avalanche non si discosta troppo dai crismi di un canonico open world moderno, in cui la densità tende a sovrapporsi alla qualità. Le mura del castello, così come i confini della regione scozzese e gli anfratti della Foresta Proibita, brulicano di punti di interesse, tra covi da sgominare, enigmi da risolvere e oggetti da raccogliere. Forse addirittura troppi, perché l’esplorazione, prima o poi, diventa talmente soverchiante da risultare in parte dispersiva, in un mondo aperto che non si distingue tanto per la sua superficie ma per la quantità di incarichi che offre.

Un lungo anno a Hogwarts

Hogwarts Legacy è un gioco molto lungo, dai tempi distesi e compassati. Non che la storyline principale non possa essere completata proseguendo dritti e senza dedicarsi a tutte le feature secondarie, ma crediamo che procedere in questo modo “tradirebbe” lo spirito dell’opera. D’altro canto il team ha fatto delle specifiche scelte di game design che potrebbero non incontrare il favore dei giocatori più sbrigativi e pragmatici: la quasi totalità del sistema di progressione di Hogwarts Legacy è legata alla scoperta di collezionabili, segreti, sfide e attività collaterali.

È dunque opportuno, a questo punto, illustrare in che modo è possibile accrescere il proprio potere: il nostro mago o strega è dotato di alcune statistiche di base (attacco, difesa e salute) e di un classico avanzamento a livelli basato sull’accumulo di punti esperienza, che possono essere ottenuti portando a compimento qualsiasi incarico. Non si tratta di un assetto particolarmente elaborato, tuttavia soltanto esplorando a fondo il mondo di gioco è possibile risvegliare il vero potenziale delle nostre abilità sopite. Anzitutto, una componente di base della Guida Pratica è rappresentata dalle Sfide, composte da un numero abbastanza consistente di obiettivi che ci impongono – ad esempio – di sconfiggere talune categorie di nemici, o di risolvere un ammontare di misteri, per ottenere oggetti sempre più esclusivi e rari e completare svariati set estetici. Gli strumenti ottenibili dalle sfide (che si suddividono in varie categorie: Combattimento, Missioni, Esplorazione, Pagine della Guida Pratica, Stanza delle Necessità) permettono ovviamente di migliorare l’equipaggiamento del nostro eroe.

La campagna, in ogni caso, prevede un lungo incipit che ci ha tenuti impegnati per circa 10 ore, durante cui abbiamo avuto accesso in modo progressivo a tutte le sezioni del menu e alle meccaniche di gameplay più avanzate. Talenti, Incantesimi secondari e Stanza delle Necessità, dunque, diverranno disponibili al termine del primo atto della storia, quando le indagini sulla Magia Antica svelano il vero obiettivo finale.

L’anima ruolistica di Hogwarts Legacy, come già anticipato, risiede in parte nella gestione dell’equipaggiamento, che si divide tra copricapi, guanti, accessori per il viso, mantelli, sciarpe e set di abiti. La navigazione dei menù tramite un cursore a scorrimento ci è sembrata un po’ troppo macchinosa, così come il managment dei pezzi in eccesso: a meno che non si completino le cosiddette Prove di Merlino, l’inventario è inizialmente abbastanza limitato e occorre liberarlo di continuo dagli oggetti inutili.

Nonostante le statistiche siano ridotte all’osso, e non si siano rivelate particolarmente profonde, è comunque possibile comporre l’outfit ideale per il proprio avatar costruendosi una piccola “build”: certi strumenti, ad esempio, potenziano l’attacco piuttosto che la difesa e viceversa. In ogni caso, avrete capito che la componente RPG legata alla progressione del personaggio – seppur lunga e stratificata – non si rivela particolarmente elaborata. Un elemento che rende Hogwarts Legacy un gioco di ruolo estremamente accessibile anche per il pubblico meno avvezzo al genere, e forse in parte non abbastanza stimolante per chi cerca un’esperienza più complessa e impegnativa.

Ecco perché ci sentiamo di affermare che l’avventura si rivolge in larga parte a chi conosce e ama particolarmente il Wizarding World, vista anche l’eccezionale mole di fanservice con cui il team ha confezionato l’intero prodotto. Gli abiti, ad esempio, ricalcano fedelmente il vestiario tipico del mondo magico, fatto di colori sgargianti e stili stravaganti che si avvicinano molto persino alle descrizioni di J.K. Rowling nei romanzi d’origine.

L’altro pilastro del sistema di progressione è il set dei Talenti, che permette di evolvere gli effetti degli Incantesimi o di ampliare alcune capacità di base. I Talenti si suddividono in piccole sottosezioni: Principali, Arti Oscure, Incantesimi, Furtività e Stanza delle Necessità. Spendendo i rispettivi punti abilità è possibile, ad esempio, potenziare formule d’attacco come Expelliarmus e Incendio, oppure estendere il raggio d’azione di magie di manipolazione come Levioso, Depulso o Accio. E ancora, possiamo migliorare sia l’efficacia delle pozioni sia i menù di gestione degli attacchi. Come già descritto in occasione di una nostra recente prova di Hogwarts Legacy, infatti, le magie possono essere assegnate in un rombo delle abilità che permette di sfruttarle con rapidità. La lista degli Incantesimi, però, è estremamente vasta: il computo finale ammonta a 24 formule di base, escluse le 3 Maledizioni Senza Perdono. Sbloccando alcuni specifici Talenti è possibile accrescere la selezione di comandi rapidi fino a un totale di 4 rombi, così da ottenere una serie di set personalizzati.

Vivere a scuola

Era chiaro sin dai primi trailer quanto in Hogwarts Legacy fosse preponderante una discreta dose di “Life Sim”, volta a sfruttare le opportunità concesse dalla Scuola di Magia e Stregoneria per “vivere” appieno l’esperienza di un giovane mago alle prese con il suo percorso di crescita. Ed ecco che nel sostrato ruolistico della produzione, proseguendo nella storia principale, si fa largo un accurato sistema di gestione dei propri spazi privati in cui dedicarsi al crafting e alla cura degli Animali Fantastici, oltre che alla personalizzazione e al potenziamento del proprio arsenale.

La Stanza delle Necessità è il fulcro di tutto ciò: proprio come nei libri e nei film di Harry Potter, la camera segreta appare di fronte a chi ha delle esigenze impellenti, pronta a fornire tutto ciò di cui si ha bisogno per avere successo.

Per il nostro impavido mago era fondamentale avere uno spazio in cui convogliare le attività di recupero scolastico: la Stanza, dunque, permette di svolgere al proprio interno svariate azioni che altrimenti sarebbero accessibili soltanto dirigendosi verso l’aula di riferimento. Al proprio interno è possibile dedicarsi a distillare pozioni o coltivare piante utili anziché frequentare la serra di Erbologia. La Stanza delle Necessità, peraltro, è integralmente personalizzabile: è possibile scegliere lo stile, il colore e la conformazione delle strutture architettoniche e dell’arredamento, dai pavimenti alle balconate, al soffitto alle pareti, inclusi accessori estetici come poltrone, tavoli, tappeti, candelabri e così via.

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Oltre al telaio per potenziare gli abiti o al banco per creare gli intrugli, questo hub centrale vanta un giardino per ospitare le bestie magiche. Non manca poi l’utile borsa in stile Newt Scamander, capace di contenere al proprio interno tutti gli animali catturati.

Le creature sono sparse in tutta Hogwarts e vanno bloccate con specifici incantesimi, per poi essere recuperate con l’ausilio della borsa. Solo a quel punto è possibile liberarle all’interno del giardino e perfino prendersene cura. Gli animali possono perdere del pelo o delle piume, che sono elementi essenziali per migliorare i vestiti. Tutto, all’interno della Stanza delle Necessità, è potenziabile ed è parte del sistema di progressione: completare Sfide o raccogliere collezionabili garantisce l’accesso a ulteriori accessori di arredamento. Si possono acquistare tavoli per le pozioni o il giardinaggio ben più grandi ed efficaci, così da velocizzare o arricchire il processo di crafting di Pozioni e Piante magiche. Questi elementi, dagli schemi per i tavoli ai semi fertilizzanti agli ingredienti per i distillati, sono ottenibili esplorando il mondo di gioco: radici, componenti e quant’altro si trovano in natura o presso gli opportuni negozianti situati a Hogsmeade o nei dintorni di Hogwarts. Si tratta, a nostro modo di vedere, dell’aspetto forse più interessante dell’impasto ruolistico del gioco: utilizzare le pozioni o le piante in combattimento, per potenziare il personaggio o infliggere status malevoli ai nemici, può volgere gli scontri più ardui a favore del maghetto.

L’occasione, a questo punto, è ghiotta per parlarvi in generale della Hogwarts di Avalanche: un open world percorribile facilmente a volo di scopa, e dunque non particolarmente esteso, ma colmo di stimoli e attività diverse. Come già detto, la densità di punti di interesse diventa abbastanza soverchiante soprattutto nelle regioni selvagge che circondano la Scuola: dalla Foresta Proibita alle colline, ogni anfratto del mondo di gioco nasconde forzieri da aprire, materiali da raccogliere, sfide da superare.

Hogwarts in voloDurante le prime fasi dell’avventura, il nostro alter ego è sprovvisto sia di scopa sia di Ippogrifo e dovrà quindi percorrere distanza anche molto ampie – Hogsmeade non è esattamente ad un tiro di schioppo dal castello, per intenderci – soltanto a piedi. Una volta ottenuto il primo strumento per librarsi tra le nuvole, ovvero la Scopa, muoversi lungo la regione scozzese sarà un piacere per gli occhi, sebbene siano presenti le stazioni di Metropolvere per il Viaggio Rapido. Peraltro, possiamo confermarvi la bontà dei controlli del sistema di volo, piuttosto intuitivo e immediato e caratterizzato da animazioni e movimenti credibili. Anche elementi come la scopa, in ogni caso, sono muniti di un sistema di progressione volto a migliorare le vostre sessioni in cielo: una specifica quest, infatti, vi permetterà di effettuare una serie di upgrade, come ad esempio estendere l’efficacia dello scatto o ampliare la fluidità di movimento.

E se le zone limitrofe al castello sono il frutto della fantasia creativa del team nella composizione delle scenografie digitali, la vera magia è tra le mura dell’imponente e iconico maniero. Perdersi tra i corridoi e i passaggi segreti di Hogwarts è forse l’esperienza più appagante di tutto il viaggio. Il grande merito di Avalanche è aver raccolto le principali suggestioni artistiche della saga cinematografica e averne amalgamato l’immaginario con una reinterpretazione convincente e spettacolare di alcuni spazi. Sebbene la conformazione del castello, insieme ad alcuni punti chiave come la Sala Grande, gli osservatori, i dormitori, il molo, il campo di Quidditch e svariati cortili esterni richiamino esplicitamente la scenografia del franchise cinematografico, la Hogwarts targata Warner Bros. Games mette in scena una visione generale del castello in parte inedita, frutto di una ricostruzione visiva che tiene fede a quanto descritto nella serie letteraria. Ogni metro, a Hogwarts, può svelare un segreto, un’informazione o una ricompensa. E qualora mancasse anche solo uno di questi elementi, capita sovente di venir sorpresi da un fantasma di passaggio, dallo scatto di un’armatura o dai bisbigli provenienti dai dipinti animati. In alternativa ci si può divertire agitando la bacchetta per smuovere un mappamondo, oscillare un oggetto o interagire con statue e fontane: è una Hogwarts piena di suggestioni e stimoli che rendono il castello quanto mai vivo e unico, avvolgente proprio come il brand ci ha abituato nelle sue varie incarnazioni.

Duelli magici e dove trovarli

In ottemperanza al materiale d’origine, il combattimento si svolge rigorosamente bacchetta alla mano, in un sistema che sfrutta gli scontri a lungo raggio basati sull’utilizzo di magie. Il nostro eroe è dotato di un attacco di base, che gli permette di lanciare Schiantesimi a profusione contro gli avversari, e di una schivata utile per evitare gli anatemi nemici.

Schiacciare unicamente il comando per i colpi basilari, tuttavia, non è il modo corretto di dominare il campo di battaglia. Le formule utilizzabili sono principalmente di tre tipi: quelle di manipolazione, che permettono di attrarre, respingere o far levitare gli opponenti rendendoli più vulnerabili; quelle di blocco, che rallentano la loro azione; e infine quelle per disarmare o infliggere danni elevati. È anche necessario utilizzare l’incantesimo giusto a seconda della situazione: alcune tipologie di maghi oscuri, bracconieri o Goblin, infatti, possono attivare una barriera che va distrutta solo con la specifica magia corrispondente.

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Per respingere i colpi nemici possiamo poi attivare Protego, che evoca una barriera che svolge la funzione di parata. Tale azione si trasforma in un classico Parry che, utilizzato al momento giusto, permette di lanciare uno Stupeficium che stordisce i rivali per qualche secondo.

Il protagonista, inoltre, è dotato della capacità di manipolare la Magia Antica, che gli garantisce colpi speciali e particolarmente potenti. Col giusto quantitativo di energia antica – accumulabile tramite combinazioni di colpi – potremo lanciare oggetti dello scenario contro gli avversari per danneggiarli pesantemente.

Il gioco offre anche l’opportunità di cimentarsi in un accenno di stealth, che in ogni caso non si è mai rivelato – almeno per quel che concerne la nostra prova – l’approccio principale per assaltare accampamenti e avamposti. Nonostante si venga dotati di una magia di occultamento e di un comando capace di sgominare furtivamente i nemici (il buon vecchio Pietrificus Totalus), la conformazione delle mappe rende davvero difficile le incursioni silenziose, che rimangono perlopiù relegate a specifiche missioni di stampo squisitamente narrativo. Allo stato attuale, le battaglie magiche si sono rivelate abbastanza dinamiche e stimolanti e – vista la progressiva espansione dei Talenti – potrebbero regalarci ulteriori sorprese in vista del verdetto finale.

In versione PS5 – la piattaforma sulla quale stiamo svolgendo la nostra prova – il titolo supporta le funzioni aptiche del DualSense, che restano comunque molto semplici: il pad vibra in modo leggermente diverso a seconda del terreno che si sta percorrendo, mentre i grillettiUn sonoro avvolgenteIn Hogwarts Legacy anche la musica è un elemento importante della direzione artistica. Il gioco, infatti, vanta una colonna sonora ispirata alle leggendarie tracce di John Williams nella saga cinematografica, con alcuni riarrangiamenti del tema classico che non potranno non trasmettere ai fan più affezionati il brivido della nostalgia. Anche il ritmo degli accompagnamenti sonori è eccellente: le note allegre e scanzonate del franchise ci tengono compagnia per gran parte dell’esplorazione, adattando l’atmosfera a seconda che ci si trovi tra i bislacchi vicoli di Hogsmeade o nei misteriosi corridoi del castello. Per quanto riguarda l’adattamento in lingua nostrana Hogwarts Legacy propone un buon doppiaggio italiano, con qualche scivolone recitativo per quanto concerne il tono di alcuni NPC secondari. Il gioco, inoltre, propone un algoritmo adattivo che sincronizza il labiale dei personaggi con la lingua di riferimento – in questo caso italiana – creando un effetto tutto sommato piacevole, ma che in alcuni momenti presta il fianco ad un sync non proprio perfetto.

adattivi tendono a fare un po’ di resistenza durante il lancio delle magie o l’accelerazione in volo. Si tratta insomma di aggiunte non rivoluzionarie ma pur sempre piacevoli. Passando al comparto visivo, Hogwarts Legacy sfoggia sin da subito un gran colpo d’occhio soprattutto nella composizione degli scenari. Sappiamo che il titolo uscirà, il 10 febbraio, esclusivamente per piattaforme di attuale generazione, mentre le versioni old gen e Switch vedranno la luce soltanto successivamente. In generale, la ricchezza delle texture ambientali emerge soprattutto nei paesaggi mozzafiato della Hogwarts ottocentesca e in una spettacolare draw distance che mostra i muscoli di una produzione solida. D’altronde anche negli interni, soprattutto quelli del castello, il team non ha lesinato sui dettagli architettonici come pure sugli effetti di luce, dall’illuminazione degli ambienti agli spettacolari riflessi su vetrate e marmo che compongono la complessa struttura della Scuola di Magia e Stregoneria. A dimostrare quanto l’opera affondi le proprie radici nella generazione precedente, tuttavia, ci sono alcuni piccoli dettagli visivi: l’espressività dei volti, ad esempio, evidenzia parecchie oscillazioni qualitative, come pure il reparto di animazioni sia del nostro personaggio sia dei tantissimi NPC che popolano il mondo magico.

In più, abbiamo notato che talvolta il passaggio da un androne all’altro non è proprio immediato: occorre aspettare qualche secondo perché l’area successiva venga caricata. Nulla che in ogni caso guasti più di tanto l’esperienza. Nel complesso, Hogwarts Legacy offre una componente estetica piacevole e in linea con gli standard contemporanei.

Hogwarts Legacy
Hogwarts LegacyVersione Analizzata PlayStation 5Il nostro viaggio in Hogwarts Legacy non è ancora concluso, perché per padroneggiare le arti magiche servono studio, disciplina e dedizione. Ma il soggiorno tra le mura della Scuola di Magia e Stregoneria, per il momento, ci ha fornito tempo sufficiente per dirvi che il gioco di Avalanche Software è davvero un sogno diventato realtà per tutti i fan di Harry Potter, che ritroveranno al suo interno tutto ciò che hanno sempre amato nei libri e nei film della saga. Un valore importante per il titolo su licenza di Warner Bros Games, visto il target a cui si riferisce, ma che potrebbe non essere abbastanza per altre categorie di giocatori: Hogwarts Legacy è infatti un RPG open world piuttosto basilare e accessibile nelle sue dinamiche ruolistiche, con un ritmo estremamente compassato poiché la quasi totalità del suo sistema di progressione è legato agli obiettivi, alle sfide e agli incarichi secondari. L’esplorazione, seppur stracolma di stimoli e punti di interesse con cui interagire, ci è sembrata piuttosto incline alla ripetitività, in un mondo aperto che rischia di diventare soverchiante più che soddisfacente. Soltanto i maghi più tenaci e appassionati, insomma, avranno la forza di svelare ogni singolo segreto dell’esperienza targata Portkey Games. In ogni caso, la vita scolastica e l’atmosfera del Wizarding World sembrano i veri punti di forza di una produzione comunque molto solida e divertente: non ci resta che proseguire questa avventura e aggiornarvi con la Posta via Gufo quando la nostra recensione finale sarà finalmente disponibile. E non vediamo l’ora: perché si sa, a Hogwarts ogni anno scolastico finisce sempre col botto.